Dal vocabolario dei luoghi comuni: “Certo, un tempo il calcio italiano aveva più campioni perché si passavano i pomeriggi a giocare in strada. Ora sono tutti dentro le case, schiavi dei videogiochi”. Con il passare degli anni, poi, si è creata una vera e propria community virtuale di videogiocatori: una partita a Fifa19 contro un avversario dall’altra parte del mondo, ma senza la possibilità di un contatto visivo, di una chiacchierata, anche di uno sfottò dal vivo per un gol in rovesciata o per un 4-0 in una finale.
L’idea della Lega Nazionale Dilettanti è innovativa e abbraccia sport e aggregazione: perché allora non creare ancor più interesse negli eSportsanche negli sportivi dilettanti? Il fenomeno, in effetti, sta dilagando in tutto il mondo, quindi il ragionamento ci sta eccome.
Parlano i numeri: nel 2018, il giro d’affari ha superato i 900 milioni di dollari e le previsioni raccontano di una crescita fino a 1,65 miliardi per il 2021. Lo sviluppo e la diffusione del fenomeno sono impressionanti: +38% rispetto al 2017. Si gioca nelle case, davanti a un computer o a una console, ma si moltiplicano anche gli eventi pubblici dedicati agli eSports. Palazzetti pieni di appassionati che pagano il biglietto per seguire sui maxischermi le competizioni tra i campioni.
Di questo straripante giro d’affari, da qualche anno, sono entrati a far parte anche i club di Serie A, ingaggiando degli eGamers, mettendo loro addosso la maglia che usano i big che scendono in campo e facendoli girare per l’Italia e per l’Europa a rappresentare il brand nei tornei organizzati. La Bundesliga, in questo senso, è un passo ancora più avanti: c’è un campionato parallelo,giocato con il pad in mano, con lo stesso calendario del calcio vero. Immaginatevi, poche ore prima di un Bayern Monaco-Borussia Dortmund, la stessa sfida giocata a Fifa, con migliaia di persone all’Allianz Arena a seguire la partita e tifare per il proprio “rappresentante”.
La Lnd ha già fatto un esperimento per capire quale potesse essere il feedback dei ragazzi a questo tipo di iniziativa. Durante il Torneo delle Regionidi calcio a 11 a Fiuggi, quello di calcio a 5 in Basilicata e il Torneo Internazionale della Pace che si è da poco concluso in Umbria, sono state allestite delle sale lan per i ragazzi e le ragazze che hanno magari avuto il modo di darsi la rivincita rispetto al risultato del campo.
E a proposito di risultati, il coinvolgimento nell’iniziativa è andato oltre ogni più rosea aspettativa tanto che, dopo l’esperimento (durato soltanto una parte del soggiorno delle Rappresentative) ci sono stati diversi ragazzi che hanno chiesto di lasciare lì le console per giocare ancora.
Il progetto è ambizioso: creare momenti di aggregazione e divertimento per i tesserati – che possono quindi avere modo di socializzare anche davanti a un monitor e verificare l’abilità con i videogame – ma anche per i semplici appassionati. Giovani o meno, visto che quello degli eSports è un fenomeno che coinvolge tanto la fascia di età più giovane che gli adulti.
In Italia, circa 8 milioni di persone utilizzano i videogiochi: che sia la PlayStation o che sia la semplice applicazione su smartphone. Ma la proporzione è di quasi un italiano su sei attirato dagli eGames, che diventano eSports nella versione più agonistica del fenomeno. Quella che, per i più forti, è diventata un lavoro vero e proprio che richiede ore di allenamento e che regala premi in denaro ai vincitori dei tornei.
Il prossimo passo, nel progetto eSports della Lega Nazionale Dilettanti,prevede una serie di eventi promozionali per proporre l’iniziativa, spiegandone ovviamente i tanti aspetti positivi in termini sociali. Perché c’è il calcio giocato con il pallone, che ovviamente viene prima di tutto, ma poi c’è anche un calcio “videogiocato” che non toglie tesserati dai campi, anzi, può essere complementare. Un calcio virtuale che permette di fare in compagnia quello che di solito si fa da soli, chiusi dentro casa.